Nel video l’intervista a:
– Bruno Bettelli, Vicepresidente Acimac
– Riccardo Cavanna, Presidente Ucima
Il mondo delle macchine per ceramica e quello del packaging, nella tradizionale cena di fine anno, tirano le fila del 2025 e guardano con preoccupazione al 2026 in un contesto segnato dall’incertezza. Pur nelle difficoltà, Acimac registra quest’anno flessioni più contenute delle previsioni. Nel 2025 il fatturato totale si attesta a 1.7 milioni di euro, con una contrazione del 5,1%, più limitata rispetto all’annus horribilis del 2024, quando il calo fu del 24%. La flessione sul mercato interno si ferma al -3,1%, mentre l’export segna un -5,9%. Per quanto riguarda i costruttori di macchine per il packaging, il centro studi Ucima ha rilevato un andamento stabile, per un giro d’affari complessivo da 10,2 miliardi di euro, in lieve aumento rispetto all’anno scorso. Il mercato domestico cresce del +4,5%, mentre l’export, che da solo contribuisce per il 78-80% del fatturato cresce meno di quanto sperato. L’auspicio per il 2026 è quello di trovare una nuova stabilità internazionale e mercati di sbocco alternativi agli Stati Uniti. Sul mercato interno, viene valutata insufficiente la legge di Bilancio 2026. Le imprese avrebbero preferito il credito d’imposta rispetto all’iperammortamento, ma soprattutto chiedono una manovra che copra almeno due anni







































