Tanti gli studenti provenienti da altre regioni per fare il test

L’attesa di vedere una studentessa di 73 anni sedere dietro a un banco per sostenere il test d’ingresso a Scienze erboristiche è andata delusa. Cosa abbia fatto cambiare idea alla signora non è dato saperlo. Alla prova d’ammissione, che si è svolta nell’aula G del Campus universitario di via Campi, i partecipanti dovevano essere 96 per 100 posti a disposizione, ma se ne sono presentati 66, quasi un terzo in meno. Tra i presenti molti i ragazzi provenienti da fuori regione. E questo è un segnale positivo per il nostro Ateneo che riesce ad attirare risorse umane per la qualità della sua offerta didattica. La prova è durata centoventi minuti, ma già dopo un’ ora e mezza in aula erano rimasti pochissimi ragazzi. Segno della facilità del test? Lo abbiamo chiesto al presidente del corso di laurea in Scienze e Tecnologie erboristiche, Stefania Benvenuti: «E’ un esame sostenibilissimo se gli studenti hanno acquisito nel loro percorso scolastico delle competenze minime di fisica, matematica, chimica e biologia». Tra gli studenti in aula che abbiamo intervistato la modenese Giorgia Melotti. Un esame duro? «Direi fattibile», ammette. Come scritto sopra, molti dei candidati provengono da altre regioni. Una di loro è Federica Boni Giorgia, di Viadana in provincia di Mantova, arrivata a Modena accompagnata dalla mamma: «Ho fatto un po’ fatica in chimica e in biologia, ma penso di essermela cavata». E anche l’ultima studentessa che esce dall’aula arriva da fuori regione: «Vengo da un paese vicino a Pescara. Da noi non esiste questa opportunità formativa e quindi sono venuta fin quassù. Speriamo che sia andata bene». nMassimo Nardi