È durata oltre quattro ore la lunga arringa della difesa di Uber Capucci, davanti alla Corte d’Assise di Modena, nell’ambito del processo per la morte del fratello Emore e della madre Anna Malmusi, avvenuta il 1° ottobre 2023 a Vignola. La Procura ha chiesto l’ergastolo per l’imputato ma l’avvocato Fabio Bazzani ha contestato con forza le accuse rivolte al 68enne, sostenendo che non vi siano prove della sua responsabilità nella morte della madre, avvenuta secondo la difesa per cause naturali o per mano del fratello, affetto da gravi problemi psichici. Nel corso dell’udienza in Tribunale a Modena la difesa ha ricostruito il contesto familiare, segnato dal legame tra madre e figlio e dall’aggravarsi delle condizioni della donna a causa dell’Alzheimer e di una caduta con frattura del bacino. Bazzani ha sottolineato che le tracce di sangue e il Dna raccolti non indicano la responsabilità di Uber nella morte della madre e che gli elementi accusatori sono basati su ipotesi, non su prove certe. Per il fratello, invece l’avvocato ha spiegato che l’omicidio sarebbe avvenuto in un momento di impulso durante una lite, senza premeditazione, e ha chiesto che l’accusa nei confronti di Uber venga derubricata da omicidio volontario a preterintenzionale. La difesa ha inoltre richiesto l’esclusione delle aggravanti con il riconoscimento delle attenuanti, anche in considerazione del rito abbreviato già richiesto. La Corte, al termine della Camera di Consiglio, ha disposto l’audizione di un ulteriore testimone alla prossima udienza del 9 dicembre, confermando il proseguimento dell’istruttoria sul caso.