Il tam tam si è sparso velocemente in mattina sui siti internet di tutta Italia. A 79 anni si è spento Gianni Balugani, modenese di Vaciglio, uomo di una volta per valori e integrità morale che lo hanno fatto apprezzare ovunque nei suoi oltre 40 anni di calcio. Prima da giocatore, cresciuto con la maglia del Modena, che ha vestito per 6 stagioni da difensore arcigno, mettendo insieme dal 1967 al 1974 in tutto 58 gettoni in B e uno in C. Nel 1978 ha appeso gli scarpini al chiodo a Lanciano, dove ha subito cominciato la sua trentennale carriera da allenatore. Balugani era uomo elegante e di poche parole ma dalla grande capacità comunicativa, un gentiluomo della panchina come in tanto lo hanno definito. Le sue squadre erano la sua immagine sul campo, qualità e quantità fino all’ultima goccia di sudore. Geograficamente aveva messo radici fra Centro e Sud Italia, con una predilezione per il suo Abruzzo, dove tornava ogni anno in estate al mare. Oltre mille le panchine in C1 e C2. Nel 1998 era tornato a casa per guidare il Carpi in C1. L’anno dopo l’approdo al Sassuolo in C2, poi il ritorno in neroverde nel 2001, con la salvezza ai playout col Faenza e altre due stagioni in sella. Nel 2006 ripartì al Formigine, guidato in D e di cui è stato anche responsabile del settore giovanile. Lascia la moglie Maria Grazia e i figli Linda, Davide allenatore della Primavera femminile del Sassuolo, e Giovanni, collega della Gazzetta di Modena, a cui ha trasmesso valori e amore per il pallone. La camera ardente sarà aperta domani al policlinico, non è previsto un funerale: la salma riceverà una benedizione lunedì in tarda mattinata prima della cremazione.