L’Emilia-Romagna a metà della classifica nazionale sui reati ambientali, ma le irregolarità registrate nel 2024 hanno subito un’impennata del 16% rispetto all’anno precedente. A certificarlo è il rapporto di Legambiente “Ecomafia” elaborato sui dati forniti da forze dell’ordine e capitanerie di porto. In Regione più di 1600 reati a fronte di 85mila controlli effettuati. L’incidenza maggiore nel ciclo illegale del cemento: al centro dunque l’abusivismo edilizio, ma anche i reati contro la fauna, dove l’Emilia-Romagna è nona in Italia. Decimo posto per i reati legati al ciclo dei rifiuti. Guardando al quadro interno della Regione, numeri particolarmente negativi in tre province emiliano-romagnole: nell’abusivismo edilizio primeggia la provincia di Ferrara, poi 90 violazioni nel ciclo dei rifiuti a Forlì Cesena e 180 irregolarità a Ravenna per i reati contro la fauna. Il dossier di Legambiente è stato presentato a Roma insieme a un pacchetto di 12 proposte per definire un piano nazionale per la tutela dell’ambiente e il contrasto all’abusivismo. L’associazione ambientale sottolinea l’importanza delle attività di controllo e repressione, ma ribadisce la necessità di lavorare in modo diverso per contrastare le violazioni: più controlli e maggiore educazione alla legalità sono elementi imprescindibili di prevenzione.

DOSSIER LEGAMBIENTE, IN REGIONE IMPENNANO I REATI AMBIENTALI
Abusivismo edilizio, reati nel ciclo dei rifiuti oppure contro la fauna: aumentano i reati ambientali in Emilia-Romagna. Nelle province di Ferrara, Forlì-Cesena e Ravenna i dati più negativi