Nessuna irregolarità o pericolo di infiltrazione mafiosa nel cantiere di Cortile, frazione di Carpi, dove si sta lavorando alla ricostruzione del cimitero. Lo hanno appurato gli uomini della Dia dell’Emilia-Romagna che ieri mattina hanno fatto un blitz nel cantiere in cerca di possibili segnali di irregolarità. Il cantiere è stato passato al setaccio da un gruppo interforze, coordinato dalla Dia, a cui hanno partecipato Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di finanza: sono state controllate tutte le persone intente a lavorare, è stata acquisita la documentazione in cui si attesta la compresenza di quattro imprese che lavorano a vario titolo sul cantiere, nonchè la regolarità di contratti di subappalto e affidamento di lavori specifici. Quella di ieri è stata la prima verifica antimafia in un cantiere post-sisma del 2013 e viene dopo quelle fatte nei mesi scorsi a Mirandola (Modena) e S. Agostino (Ferrara). La Dia di Bologna, infatti, spiega in una nota, sta concentrando molte energie nell’attività di intelligence volta a prevenire il pericolo di infiltrazioni: finora sono state analizzate più di 500 informazioni antimafia inerenti imprese coinvolte nella ricostruzione. L’attività degli investigatori antimafia procede in sinergia con i responsabili dei Gruppi interforze delle Prefetture dell’Emilia-Romagna (dove sono state create le ‘white list’ delle aziende virtuose). Il blitz nel cantiere del cimitero di Cortile, infatti, è scattato dopo il benestare del Prefetto di Modena, a cui la Dia aveva sottoposto la proposta di verifica nel cantiere. L’anno scorso, prima del terremoto, vennero fatti altri due controlli antimafia in cantieri di grandi opere, uno in provincia di Bologna e uno a Piacenza.