Le architette Silvia Cavalieri ed Eva Ferrari ci accolgono a Thc e illustrano nel dettaglio la loro particolare esperienza
Crisi economica e aumento della disoccupazione, decenni di aperture di grandi superfici di vendita che hanno segnato cambiamenti epocali degli stili di consumo, nuove povertà e profonde mutazioni del nostro tessuto sociale, incremento della pressione fiscale e della burocrazia, il terremoto e le sue conseguenze. Secondo le associazioni di categoria modenesi sono queste le principali cause che stanno falcidiando le attività commerciali del territorio. Falcidiando a tal punto che per ogni nuova apertura chiudono quattro negozi. Il bilancio peggiore in Emilia Romagna. Di questa depressione economica, e morale, non pare esservi però traccia in via Carteria dove nel giro di pochi giorni una quindicina di giovani imprenditori – per la grande maggioranza donne – ha deciso di sfidare le enormi difficoltà con creatività, professionalità e voglia di fare. E ha aperto cinque negozi dedicati ad architettura, abbigliamento, grafica, comunicazione visiva e design. Al numero civico 24 ha sede Thc, di Eva Ferrari (1977) e Silvia Cavalieri (1979): architette e designer con esperienze allestero. È uno spazio eclettico che offre appunto servizi di architettura, ma anche di grafica e comunicazione visiva, e in cui si producono e vendono oggetti di design. Vengono proposti arredi sperimentali autoprodotti con rinnovamento periodico del decor, mostre di artisti anche dallestero, vernissage di presentazione delle collaborazioni con gli artigiani. «La decisione di aprire? Questo è il tempo di inventarsi qualcosa e mettersi in gioco. Daltronde, diversamente, quali alternative ci sono?» chiede Silvia. E spiega che le difficoltà incontrate per aprire «non sono state tante. Siamo cariche e molto positive». Entra quindi nel dettaglio: «Abbiamo scelto di fare uno studio aperto al pubblico per far vedere quale può essere il ruolo dellarchitetto. Nel locale abbiamo portato quelle che sono le nostre passioni, abbiamo cercato di far confluire le diverse idee maturate in questi anni». «La filosofia principale che sta dietro al nostro particolare stile – prosegue – è quella del recupero. Di certo non amiamo loggetto standard. Nel nostro negozio tutto quello che è esposto – tele, divani, soprammobili, lampade – è in vendita. Come detto, sono oggetti di recupero: molti li realizziamo noi con materiali che troviamo, altri li cerchiamo tra antiquari e luoghi di invenzione. Amiamo il bianco e nero, e quindi di base sono i colori che proponiamo. Non essendo poi galleriste e non pretendendo di fare mercato darte, ci prendiamo la libertà di proporre i pezzi che ci colpiscono e incontrano il nostro gusto». A Thc vengono proposte anche opere di artisti modenesi «che ci piacciono: teniamo anche oggetti in contovendita e cerchiamo di inserirli allinterno di unambientazione e di uno scenario dove potrebbero poi essere collocati». «Il nostro lavoro è e rimane quello di architetti», sottolinea Silvia. Ed Eva mette poi in chiaro che lanciarsi è giusto, «ma qualche anno di gavetta alle spalle serve per capire come muoversi e per imparare a non fare il passo più lungo della gamba. Io mi sono laureata in Ungheria, e ho lavorato in uno studio a Bergen (Norvegia). Pioveva per 300 giorni allanno, e così sono tornata in Italia. Ho incontrato Silvia in uno studio a Modena, dove abbiamo lavorato insieme per anni. E adesso siamo qui». A coloro che hanno un progetto ma sono titubanti, Eva e Silvia consigliano con forza di «provarci con tutti i mezzi» e di «non adagiarsi e lasciarsi morire in questo clima di crisi e grigiore. Non ascoltate i pessimisti e coloro che cercano in ogni modo di scoraggiare e demoralizzare. È proprio nei momenti difficili che poche, semplici e chiare idee possono venire fuori e funzionare alla grande». nLuca Soliani