Oggi parliamo del numero 3, per eccellenza il numero che contraddistingue il terzino sinistro oppure, come si preferisce dire adesso, ‘laterale’, o addirittura ‘esterno basso’. Originariamente il terzino sinistro era anche detto fluidificante, nel senso che fra i suoi compiti c’era anche quello di attaccare e non solo prendersi cura del numero 7 avversario, ovvero l’ala destra. I terzini sinistri italiani sono sempre stati giocatori di livello mondiale, a cominciare dal mai abbastanza compianto Giacinto Facchetti (classe 1942), terzino dalle grandi doti fisiche ed atletiche (nel 1958 vinse i campionati studenteschi correndo i 100 metri in 11’’) che nel 1965 finì secondo nella classifica del Pallone d’oro per soli 8 voti (vinse Eusebio), è stato uno dei protagonisti della Grande Inter e della Nazionale con cui fu campione d’Europa. Anch’egli, come altri reduci da Mexico 70, chiuse la carriera da terzino in azzurro dopo la disfatta di Germania 1974. Finita l’era Facchetti, il suo erede naturale sembra Francesco Rocca (1954), e in effetti in ‘Kawasaki’ (questo era il suo soprannome) ci sono le stimmate del futuro campione, Purtroppo, però, Rocca verrà bersagliato da una serie incredibile di infortuni tanto che nel 1980, a soli 26 anni, sarà costretto a dare l’addio al calcio giocato. Ecco allora Aldo Maldera (1953), che sembra proiettato ad essere il titolare della spedizone azzurra in Argentina nel 1978. Non sarà però così: infatti, dopo l’ultima amichevole giocata in Italia prima della partenza per il Sudamerica, a Roma contro la Jugoslavia (un fischiatissimo 0-0), il ct Bearzot decide che forse in quel ruolo è meglio provare il più giovane Antonio Cabrini (1957) che esordirà proprio contro a quei Mondiali contro la Francia. Cabrini è la sorpresa delle convocazioni azzurre per l’Argentina: ad appena 21 anni e con sole 22 presenze in Serie A (in 2 anni) sarà una delle rivelazioni di quel Mondiale, fino a laurearsi nel 1982 campione del mondo, sbagliando però un rigore nella finale e… ricevendo le imprecazioni di tutto il popolo italiano! Attualmente, il ‘Bell’Antonio’ è il ct della Nazionale femminile di calcio. Paolo Maldini (1968), bandiera del Milan e figlio d’arte, in rossonero ha esordito in Serie A a soli 16 anni (il 20 gennaio 1985 in Udinese-Milan 1-1). Un predestinato, Maldini, che con il club di via Turati ha vinto tutto: 7 scudetti e 5 Champions League, fra gli altri trionfi. Meno fortunato in Nazionale, dove è è arrivato in finale Mondiale 1994 e ad Euro 2000, perdendo però l’occasione per vincere il titolo. Carisma unico, grande facilità di corsa, ottimo nello stacco di testa: un giocatore completo, Maldini, un vero e proprio fuoriclasse. In questa parata di stelle mi piace ricordare anche Paolo Sirena (1945), che fece la partita della vita il 30 maggio 1973 nel famoso Verona-Milan 5-3 che costò lo scudetto ai rossoneri,Sirena in quella occasione segnò la rete di apertura del match che poi passerà alla storia rossonera come ‘fatal Verona’