Lascia poco spazio all’immaginazione il comunicato pubblicato quest’oggi dal club gialloblù. La presidentessa lancia l’ultimo grido d’aiuto: “O arrivano nuovi capitali entro fine giugno o la società chiude”

La stagione più esaltante della storia recente appena messa alle spalle e la possibilità, chissà se davvero così concreta, di chiudere i battenti nell’immediato futuro. La storia di Modena Volley è ad un bivio: ripartire di slancio con nuovi capitali e nuove sfide o chiudere i battenti, un colpo di scena che sarebbe clamoroso dopo le ultime vittorie e uno smacco enorme per una città che respira pallavolo come quella di Modena. E’ questo l’out out dato quest’oggi da Catia Pedrini, che tramite comunicato stampa ha fatto il punto della situazione in apertura di un mese, quello di giugno, cruciale per arrivare alla consegna della domanda d’iscrizione al prossimo campionato. “Come già ripetuto in più sedi – spiega la presidentessa del club gialloblù – servono tre milioni e mezzo di budget per mantenere Modena ai livelli che merita. In accordo con il direttore sportivo Sartoretti sto comunque costruendo una squadra che possa competere su tutti i fronti, ma se entro fine giugno non si presenteranno opportunità d’ingresso di nuovi capitali mi vedrò costretta a mettere in vendita i giocatori e chiudere la società”. Questa, in sintesi, è la volontà espressa da Catia Pedrini che dopo l’abbandono di Dhl è pronta ad accogliere nuovi importanti partner potendo mettere sul piatto un ruolo di main sponsor, la maglia e, in accordo con il Comune, anche la titolazione del PalaPanini. In chiusura un accenno anche alla campagna di Crowdfunding avviata nelle scorse settimane, che potrà essere un altro strumento per reperire quei fondi utili a non dire basta. Un milione di euro è la richiesta di Modena Volley e ottantaseimila la cifra fino ad ora raccolta. Ci sarà tempo fino al 9 luglio per raggiungere l’obiettivo, oppure tutte le donazioni verranno restituite a coloro che le hanno effettuate. Tanta, insomma, la carne al fuoco. Nelle prossime settimane serviranno risposte concrete per continuare una tradizione e una storia che non ha eguali in Italia.