Mentre fervono già i preparativi per la prossima stagione, in casa neroverde c’è da fare i conti con un avversario in più per il futuro. La qualificazione all’Europa League, infatti, mette il club di fronte alle sue rigide regole

Un occhio in più alle spese e al bilancio, il fair play finanziario deve diventare una parola sempre più familiare nel vocabolario di dirigenza e tifosi del Sassuolo. La qualificazione alla prossima Europa League dei neroverdi porta con sé onori, ma anche oneri: primo fra tutti il rispetto, appunto, dei parametri legati al fair play finanziario. Andando a dare un occhio ai conti del club di Piazza Risorgimento, infatti, da anni si può notare l’ingente somma messa a disposizione dal patron Squinzi sotto forma di sponsorizzazione con la sua Mapei, azienda proprietaria tra le altre cose del Sassuolo. Nell’ultimo bilancio depositato disponibile, quello del 2014, i ricavi da sponsorizzazione della stessa Mapei sono ben 22 milioni, poco più di un terzo quindi dei 62 milioni totali. Le regole europee del fair play impongono che la singola sponsorizzazione sia inferiore al 30% dei ricavi totali, alternativamente la Uefa si riserva di adeguare questa cifra ad un cosiddetto equo valore, cosa che porterebbe a significativi cambiamenti nel bilancio neroverde. In attesa dei dati del bilancio 2015, che potrebbero comunque riportare i parametri nei limiti stabiliti, il Sassuolo si ritrova di fronte ad un ulteriore avversario sulla strada della propria crescita, con la necessità di diminuire l’impegno di patron Squinzi sotto forma di sponsorizzazione o, in alternativa, di aumentare i ricavi da biglietteria, merchandising o altri accordi commerciali. Il percorso per diventare grandi passa anche da queste ulteriori sfide che la burocrazia calcistica impone.