La squadra di Castori si gode la storica qualificazione ai quarti di finale di Coppa Italia, in attesa di Sampdoria o Milan. A Firenze decide l’attaccante esterno, che ora chiede un po’ di spazio in più

Nel libro della storia del Carpi le pagine non sono mai abbastanza. Il 2015 dei record si arricchisce di un nuovo esaltante capitolo, quello dei quarti di finale di Coppa Italia centrati mercoledì a Firenze dalla squadra biancorossa. Un’impresa, quella di sbancare il Franchi, riuscita quest’anno in serie A solo alla Roma, e che accresce di importanza se si pensa che a un certo punto nella ripresa in campo c’era la stessa Fiorentina che Paulo Sousa aveva presentato domenica scorsa per il big match allo Juventus Stadium.

L’1-0 porta la firma di tanti interpreti. Quella di Brkic innanzitutto, decisivo in almeno cinque occasioni, soprattutto su Rebic a fine primo tempo. Quella di una difesa che per la prima volta ha impedito alla Fiorentina di andare a segno in casa, dove in 11 gare aveva realizzato 21 reti in stagione. E poi quella di Totò Di Gaudio, l’uomo dei secondi tempi, che ha trovato alla mezz’ora della ripresa il varco giusto per battere Sepe con uno dei suoi tipici cambi di passo a sinistra. Proprio Di Gaudio, al secondo gol stagionale dopo quello di fine agosto con l’Inter, è una delle armi cui il Carpi si affida per la difficile marcia salvezza.

Fino a qui solo Sannino l’ha utilizzato da titolare, a Frosinone e col Verona, mentre con Castori è subentrato 9 volte a gara in corso sempre nella ripresa, penalizzato dal fatto che due punte più un esterno offensivo nei piani del tecnico siano un lusso difficile da permettersi in A. Il Carpi intanto è rientrato in città per preparare la sfida da tutto esaurito di domenica con la Juve e stasera attende l’esito di Sampdoria-Milan, in campo alle 21, per sapere chi sfiderà il 20 gennaio nei quarti di Coppa.