Rispettivamente 6 anni e 9 mesi di carcere e 4 anni e 9 mesi per Salvatore Loreto e Aires Gilioli, due dei tre imputati per la rapina a Serramazzoni

Condanne nette per due dei tre imputati per la rapina in villa che il 18 marzo 2014 fece precipitare nell’incubo la famiglia di un imprenditore a Serramazzoni, legata e minacciata con tanto di pistola puntata alla tempia del figlio. Bottino vasi e gioielli di ingente valore, la polizia nel dicembre 2014, recuperando parzialmente la refurtiva, arrestò Salvatore Loreto, già condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso, Aires Gilioli, geometra modenese incensurato considerato l’ideatore del colpo, e Adriano Pasqual, legato in passato alla mala del Brenta, che ha scelto l’abbreviato. Stamattina il collegio presieduto dal giudice Barbara Malvasi ha condannato Loreto (che si presentò come mediatore per l’acquisto dei preziosi) a 6 anni e 9 mesi di carcere, e Gilioli a 4 anni e 9 mesi. Ma la famiglia dell’imprenditore, presente in aula e costituitasi parte civile attraverso l’avvocato Fausto Gianelli, non può dirsi lo stesso soddisfatta perché è stata rigettata la richiesta di una provvisionale da 500mila euro per ciascuno dei coniugi e di 300mila per il figlio: tutti i danni, sia quelli morali che quelli materiali per i gioielli che ancora mancano, dovranno essere quantificati in separata sede civile, con i tempi che ciò comporta. Da parte sua, la difesa di Gilioli, affidata all’avvocato Enrico Fontana, ha già annunciato ricorso in appello sostenendo che l’imputato è colpevole solo di ricettazione. Quel pomeriggio del 18 marzo mentre la famiglia aspettava l’arrivo di facoltosi svizzeri interessati ai gioielli, si presentarono alla porta finti finanziari che una volta entrati seminarono il terrore. Loreto era presente in casa assieme all’ex sindaco Luigi Ralenti, che nel processo però è stato sentito solo in qualità di testimone.