Ieri sera al teatro Mac Mazzieri il grande attore e regista napoletano Tato Russo ha portato in scena “Il fu Mattia Pascal” di Pirandello in una chiave molto particolare

Ha lasciato sicuramente il segno “Il fu Mattia Pascal” portato ieri sera sul palco del teatro Mac Mazzieri di Pavullo dall’attore e regista napoletano Tato Russo, considerato tra i primi esponenti del teatro italiano. L’artista ha dato vita a un adattamento del celebre romanzo di Pirandello a tinte surrealiste e con un ritmo incalzante, quasi da thriller, capace di tenere lo spettatore incollato alla poltrona. Un’opera scelta perché contiene in germe tutti i grandi temi della grande produzione letteraria del premio Nobel, a partire ovviamente dalla problematica del doppio e dall’idea che ognuno di noi avrebbe potuto avere una vita completamente diversa se avesse incontrato altre persone e situazioni al di fuori di quelle che gli ha riservato il destino. Il romanzo è stato trasposto sulla scena attraverso un linguaggio drammaturgico svincolato dalla pesantezza della struttura letteraria, con espressioni scarne e dal retrogusto quasi onirico. Una rappresentazione che ha visto un continuo scambio di ruoli nell’interpretazione dei personaggi, rendendo ancora più difficile la distinzione fra reale e fittizio. Una proposta teatrale intensa insomma, che  rappresenta uno dei lavori più longevi di Russo, che gira l’Italia ormai da cinque anni con questo spettacolo, quando in media un’opera non lo impegnava più di tre. Merito senz’altro di un amalgama particolarmente riuscito e anche di temi così universali che continuano a interrogare gli uomini del Duemila come quelli del primo Novecento.