Non solo incontri con grandi filosofi, a partire da oggi a Modena il Festival Filosofia propone anche tre mostre gratuite al Museo della Figurina e al Palazzo dei Giardini. Un viaggio attraverso la verità che passa dall’artista canadese Jon Rafman e la sua riflessione sulla realtà digitale, fino ad arrivare alle installazioni multimediali del giapponese Ryoichi Kurokawa

Vero, finto, falso. Quale la soluzione migliore? Cosa può essere più utile a comprendere il senso e la bellezza della vita. Se lo chiede nella sua diciottesima edizione il Festival Filosofia 2018. La rassegna che , promossa dal Consorzio Festival Filosofia, dalla Fondazione Collegio San Carlo di Modena e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e di Modena e dai Comuni di Modena , Carpi e Sassuolo, porta in terra emiliana la bellezza della saggezza filosofica, attraverso il pensiero e l’arte magica di proporre, mediante lezioni, mostre, spettacoli e letture , il mondo magico e creativo della regina delle scienze umanistiche che racchiude in sé la saggezza e  il coraggio del sapere e che ha elevato l’uomo verso le massime aspirazioni dell’anima grazie al potere immenso del suo pensiero. Il Festival è rassegna consolidata, apprezzata, che ha valicato i confini locali e che si è conquistata, a pieno titolo, un’ampia schiera di appassionati; il programma festivaliero prevede come sempre una sezione dedicata ai classici, utili a comprendere storia ed evoluzione del pensiero occidentale  ed autori moderni, anche mediante il compromesso visivo delle opere di artisti che si contendono gli spazi espositivi accomunando il desiderio di rappresentare il bello della ispirazione col vero, o falso, del pensiero. La Galleria civica di Modena ospita Jon Rafman con la mostra che ha posto il tema del “viaggiatore mentale”, organizzata dalla fondazione Modena Arti visive che ha voluto creare una selezione di installazioni multimediali dell’artista canadese, per la prima volta in Italia. Impresa splendidamente ardua per Rafman uscire dagli spazi angusti di un’opera e rappresentare quelli infiniti della ispirazione, mediata ancor più immensamente, dagli spazi virtuali che sconfinano oltre l’immaginabile. Rafman non si lascia sedurre fugge dalle trappole degli interessi che seducono e regolano anche l’infinità di internet e si immerge nella memoria per trovare il significato della contemporaneità, attraverso l’esplosione di suoni, colori, immagini che visualizzano l’immaginario dell’artista nella sua perfetta amplificazione virtuale. Ben altri ambiti invece esplora l’Oriente raffigurato da Kurokawa, l’artista giapponese che utilizza opere audiovisive tra installazioni, sculture e stampe digitali che inneggiano alla multisensorialità per descrivere lo scorrere del tempo ed il battito profondo di scienza e natura, ora fragile e transitoria, nonostante la forza della bellezza. E’ l’elegia del mondo interiore capace di diventare mondo esterno a più livelli come multiformi sono le emozioni che generano ispirazione e arte. Non è un caso che Kurokawa appaia familiare agli appassionati di NODE, il festival internazionale di musica elettronica e live media che si svolge contemporaneamente al Festival per realizzare nella completezza espressiva e multiforme dell’arte, la sintesi perfetta della bellezza della ispirazione e della genialità che si fa opera. Non sfugge al felice clima che si sospende tra ragione e sentimento nell’interrogarsi tra vero e falso con l’esposizione delle figurine sotto la lente dell’ingrandimento della scienza che il museo della Figurina di Modena realizza per interrogarsi sul significato più visionario e fantastico sui falsi miti e le verità nascoste dalla fantasia più pura impresa a colori nelle figurine ottocentesche che raccontano medici e medicine, o di quelle che spaziano nei colori e sapori dell’alimentazione, oppure negli spazi immensi degli ambienti naturali. E’ magia o scienza ciò che viene riprodotto? Gli echi di questa mostra si confondono a tutte le altre iniziative in territorio modenese e tutte insieme celano interrogativi e risposte che si elevano a verità oppure a nascoste bugie secondo l’alternanza che regola la vita dell’uomo e le sue più splendide fantasie di anima ed intelletto.