Il Lambrusco eccellenza modenese, è in pericolo. A Bruxelles si pensa di liberalizzare la produzione dei vitigni che non hanno una precisa indicazione geografica.

C’è timore nel modenese per il lambrusco o meglio per il rischio di liberalizzazione da parte della Unione Europea dei vitigni senza una precisa indicazione geografica.

E’ vero che il Lambrusco non è di per sé una denominazione geografica, ma da sempre è identificato con varietà che invece hanno un preciso riferimento territoriale soprattutto modenese: Sorbara, Santa Croce, Castelvetro. Si tratta di una famiglia di vitigni che sono tipici dell’Emilia e di una parte del mantovano, da sempre coltivati esclusivamente in queste zone e che  come tali sono identificati  in tutto il mondo. E sul tema è giunta anche la presa di posizione della Regione dopo le ombre scure che si sono addensate a seguito delle manovre politiche in corso al Parlamento Europeo. C’è il rischio insomma che il lambrusco, un’eccellenza per Modena, potrebbe in futuro essere prodotto anche in altri paesi dell’Unione Europea, non essendoci norme per impedire ai viticoltori di impiantarli nei propri terrenti. Un’operazione non applicabile quando si parla di vini che riportano un luogo geografico nella propria denominazione, come ad esempio il Prosecco o il Chianti, ma potenzialmente attuabile per vitigni diversi. Sul caso sta lavorando il ministero delle Politiche agricole che già nell’estate ha espresso motivatamente la propria contrarietà  alla proposta di rivedere l’attuale regolamento che tutela i vini Dop e  Igp.