Dopo il silenzio negli interrogatori di garanzia, gli arrestati per la strage di Corinaldo puntano ad essere ascoltati dai magistrati di Ancona

Durante gli interrogatori di garanzia si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, confermado l’intenzione espressa dai legali, di chiarire il quadro accusatorio per poi presentare dichiarazioni spontanea al Pubblico Ministero. Tre dei sei indagati per la Strage di Corinaldo sarebbero disposti a parlare. Andrea Cavallari, Moez Akari e Souhaib Haddada, tutti e tre assistiti dall’avvocato Gianluca Scalera, si faranno sentire ma solo dai magistrati della Procura di Ancona. Intenzione che sembra essere condivisa anche dagli altri indagati, compreso la persona accusata di essere il ricettatore della merce razziata dalla banda, il 65 enne Andrea Balugani, titolare del compro oro di Castelfranco Emilia, difeso dall’avvocato Brousi. Sui sei giovani gravano le accuse di “Omicidio preterintenzionale”, “ in relazione alla strage avvenuta la notte tra il 7 e l’8 dicembre del 2018 nella discoteca Lanterna Azzurra quando persero la vita 5 adolescenti e una mamma, ma anche di Lesioni personali” e singoli episodi di “Rapine e Furti con strappo”. Secondo indiscrezioni stampa per Cavallari, Akari e Haddadda si starebbe valutando anche la presentazione di istanza di Riesame.