Il presidente di Confindustria Ceramica Giovanni Savorani denuncia i ritardi del governo sul via libera ai cantieri della Bretella Campogalliano – Sassuolo

La concessionaria per la costruzione e gestione della Bretella Campogalliano – Sassuolo, ha consegnato il 12 novembre scorso il progetto esecutivo al Ministero delle Infrastrutture. Da qual momento il ministro Toninelli aveva 90 giorni per segnalare eventuali osservazioni o – in assenza di queste – avallare quanto proposto: a tutt’oggi, nulla di tutto questo è avvenuto. Lo ricorda con un richiamo forte e chiaro Giovanni Savorani, Presidente Confindustria Ceramica. Un richiamo teso a denunciare i nuovi ritardi nelle procedure per l’avvio dei lavori per il primo stralcio dell’opera attesa da 20 anni e che da vent’anni divide il mondo economico da quello ambientalista. Un’iter congelato dal ministro Toninelli in attesa dell’analisi costi benefici (giudicata oggi inutile dallo stesso Savorani), ma arrivata il 20 marzo scorso con esito positivo per il si all’opera. Un si che ha creato forti defezioni all’interno del movimento 5 stelle, da sempre contrario a livello locale, ma ha di fatto sostenuto l’azione degli industriali che premono affinché le procedure avanzino una volta per tutte. Forti delle condizioni per il via all’opera alle quali, denuncia Savorani, non c’è però ancora la firma del Ministero delle Infrastrutture sul progetto per il via all’opera. ‘L’11 febbraio, che segnava il termine dei 90 giorni, dopo la consegna del progetto esecutivo, è passato da tempo e ad oggi, 30 luglio – 169 giorni dalla scadenza dei termini –, nessuna comunicazione, né in un senso, né nell’altro, è giunta’ – si legge in una nota di Confindustria ceramica. 

I 90 giorni erano finalizzati ad intervenire, se necessario, su aspetti tecnici, ma non a bloccare una infrastruttura la cui esistenza è confermata anche dal fatto, sottolinea Savorani, che la Corte dei Conti ha approvato a luglio 2018 l’intero progetto’

 “Consideriamo inaccettabile che il Ministero delle Infrastrutture non rispetti i tempi delle decisioni –afferma Giovanni Savorani – Inaccettabile è che venga trattato in questo modo l’intero distretto della ceramica che dà lavoro a 25.000 addetti diretti ed altrettanti nell’indotto”