Omicidio di Finale Emilia. Sarà una perizia psichiatrica a stabilire se al momento dell’omicidio il 32enne accusato di aver ucciso la zia a coltellate era incapace di intendere e di volere

Uccise la zia nell’appartamento di Finale Emilia con svariate coltellate tra l’addome e la schiena e ora sarà una perizia psichiatrica disposta dal giudice delle indagini preliminari a stabilire se il 32enne Mohammed El Fathi nel momento dell’omicidio fosse capace di intendere e di volere. Ieri in Tribunale a Modena è stato conferito l’incarico all’avvocato Roberto D’Agostino che avrà novanta giorni di tempo per depositare la perizia volta a stabilire le condizioni mentali del 32enne. Mohammed El Fathi, accusato di omicidio volontario con l’aggravante dei vincoli di parentela e della crudeltà, aveva alle spalle diversi problemi psichici: nel 2015 era stato ricoverato in una casa di cura e qualche tempo prima dell’omicidio sembra si fosse recato spontaneamente al centro di Igiene Mentale per richiedere un controllo. Il delitto si è consumato tra le mura domestiche in un appartamento di vicolo dei Grigioni, nel cuore di Finale Emilia e a scoprire il tutto era stato il figlio 18enne della donna: il ragazzo, rientrato a casa dal lavoro, aveva trovato il corpo della madre ormai esanime e il cugino con ancora in mano l’arma del delitto. Il 32enne dopo essere stato sottoposto all’interrogatorio di garanzia, al quale non aveva risposto è stato tratto in arresto e da allora si trova rinchiuso in ospedale nel centro di Diagnosi e Cura del dipartimento Malattie Mentali.