Pene patteggiate da un 23enne e un 21enne accusati di essere gli esecutori materiali dell’incendio che l’anno scorso distrusse a San Cesario quattro camion. Ancora in corso il processo al presunto mandante, un 60enne di Serramazzoni

Si è concluso con un patteggiamento il primo stralcio di indagini sull’incendio che l’anno scorso, tra il 14 e il 15 aprile, distrusse quattro camion a San Cesario. Alla sbarra un italiano di origini albanesi di 23 anni, che ha patteggiato una pena di due anni e sei mesi e un marocchino di 21 anni, a cui sono stati inflitti due anni di reclusione. I due sono stati ritenuti gli esecutori materiali dell’incendio che si è consumato nel parcheggio di un frantoio di via Modenese. Secondo la Procura, il 23enne avrebbe innescato il rogo, mentre il compagno 21enne faceva da palo. Resta ancora da chiarire quale fosse il movente, ma soprattutto il mandante. Per ora i sospetti si concentrano su un imprenditore italiano di 60 anni di Serramazzoni per cui il processo è tuttora in corso. I camion inceneriti appartenevano a piccole imprese che operano nel trasporto di materiali inerti, concorrenti a quella di proprietà del 60enne. La pista seguita è quella di concorrenza illecita. Pare che le stesse aziende danneggiate avessero già denunciato, prima del rogo, il comportamento sleale del sospettato, che in seguito sarebbe stato allontanato dalla Calcestruzzi Spa, proprietaria del parcheggio dov’è avvenuto l’incendio ma completamente estranea ai fatti in quanto non si occupa del trasporto di materiale ma solo di produzione.