Arriva in Consiglio dei Ministri la bozza dei testi sulle autonomie regionali di Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia. Ma sono ancora molti i nodi politici da sciogliere

Il testo sull’autonomia regionale di Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia arriva in Consiglio dei ministri. Si tratta in realtà di un testo non definitivo ma di una bozza per iniziare la nuova fase di trattative con le tre regioni. Trattative che non si preannunciano semplici, soprattutto perché sono numerosi i punti contestati dal Movimento 5 Stelle nell’elenco di competenze richieste. Quelli che lo stesso ministro Erika Stefani ha definito “nodi politici sui quali discutere” sono in particolare le autonomie richieste dalle regioni in ambito sanitario, culturale e sulle infrastrutture. Mancando inoltre la valutazione del ministero dell’Economia, è probabile una dilatazione dei tempi dell’iter, che già domani, secondo le previsioni del Premier Giuseppe Conte, doveva vedere la firma dell’accordo dei tre leader delle Regioni. Lo stesso Presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, attende di visionare il testo definitivo prima di siglare l’accordo, anche perché, ha dichiarato ai nostri microfoni, non esclude che alcune delle 15 competenze richieste dall’Emilia Romagna possano essere contestate in sede del Consiglio dei ministri. Intanto a livello nazionale le autonomie differenziate richieste dalle tre regioni del Nord sono oggetto di contestazione. La preoccupazione è infatti quella di avere come risultante un Paese diviso e che penalizza le regioni più povere. A partire dal governatore della Campania Vincenzo De Luca che si dice pronto a tutto per bloccare l’autonomia. Ma anche il leader di Articolo Uno Pier Luigi Bersani, che in un post su Facebook ha parlato di “Stato Arlecchino”, e il Presidente del Lazio Nicola Zingaretti ha sostenuto che sulle autonomie differenziati bisogna essere cauti.

 

Nel video l’intervista a Stefano Bonaccini, presidente Regione Emilia-Romagna