La possibile revisione dei parametri che hanno sancito la chiusura dei punti nascita montani, è accolta con favore anche dal Presidente della Provincia. Intanto si attende la decisione della Regione sull’invio al Ministero della richiesta di riesame

Due gli scenari aperti dal nuovo Governo rispetto alla possibilità di una riapertura dei tre punti nascita di Pavullo, Castelnuovo Monti e Borgo Val di Taro chiusi nell’ottobre del 2017 dalla Regione, sentito il parere del ministero. Il primo riguarda la possibilità di rivedere l’accordo stato regioni che aveva stabilito in mille con deroghe a 500 nascite le soglie sotto le quali i punti nascita andavano chiusi. Il secondo riguarda la possibilità della Regione di rivedere l’istanza con cui nell’autunno del 2017 comunicò al ministero le caratteristiche e le criticità geografiche ed i parametri dei punti nascita della Regione al di sotto dei 500 part annui. Documento contestato nel merito dal comitato salviamo l’ospedale di Pavullo, firmatario della richiesta di riesame depositata in Regione e sostenuta anche dai comuni montani di Pavullo, Fiumalbo e Polinago. La speranza dei comitati e delle forze politiche d’opposizione e che il Presidente Bonaccini invii la nuova istanza rivista sulla base dei parametri, e che da più di un anno giace in commissione, sui tavoli del governo, approfittando dell’apertura dimostrata dal ministero della salute, pronto a riesaminare le carte. Apertura almeno di un confronto salutata positivamente anche dal Presidente della Provincia Giandomenico Tomei, sindaco PD di uno dei comuni, Polinago, che l’istanza di riesame l’ha sostenuta

 

Giandomenico Tomei, Sindaco di Polinago