Il tema delle aperture festive, ora totalmente liberalizzate, degli esercizi commerciali, continua a fare discutere. Confesercenti Modena auspica che a livello nazionale si superi la deregulation introdotta dal governo Monti, e per Modena un ritorno a quello schema di aperture a turni programmate che segnò un modello nazionale

Per le piccole e medie imprese del commercio le aperture domenicale e festive oggi consentite di fatto sempre dopo la liberalizzazione pressoché totale introdotta dal governo Monti, rappresentano sia danno che opportunità. Da un lato c’è l’esigenza di tenere aperto non solo per la concorrenza dei centri commerciali sempre aperti ma anche per garantire la risposta alla domanda dei consumatori in una società profondamente cambiata negli stili di vita e di lavoro e che induce a cercare anche alla domenica quei servizi garantiti nel corso della settimana e dall’altro la difficoltà a sostenere costi maggiori che una apertura festiva e domenicale comporta. In questo scenario Confesercenti Modena sottolinea la necessità di arrivare ad una revisione dell’attuale regime. A livello parlamentare giacciono in stallo 5 proposte di riforma caldeggiate anche dal mondo sindacale per superare le liberalizzazioni del governo Monti e per riportare il potere di scelta agli enti e alle realtà locali, seppur in una cornice nazionale. Una situazione che per Modena consentirebbe di tornare all’organizzazione di 10 anni fa in cui imprese del commercio e della piccola e grande distribuzione trovarono un accordo per un calendario di aperture su turni generando un modello che fece scuola

Nel video l’intervista a Fulgenzio Brevini, Confesercenti Area Modena