Dopo la diffusione delle immagini dell’erosione della base del pilone del viadotto Rio Torto, il caso finisce in Regione con una interrogazione del consigliere Luciana Serri

Arriva in Regione e sarà al centro di una risposta della giunta il caso relativo alla manutenzione della struttura portante del viadotto stradale Rio Torto, lungo l’asse della nuova Estense, tra il comune di Serramazzoni e quello di Pavullo. Il basamento di uno dei due piloni portanti, letteralmente sgretolato e spazzato via dall’erosione, e lo stato di degrado in cui versano alcuni degli elementi principali del ponte, sono al centro di una interrogazione del consigliere del gruppo PD, nonché già sindaco di Lama Mocogno, Luciana Serri. Dichiaratamente preoccupata dallo stato in cui versa l’opera realizzata all’inizio degli anni 80 e gestita da Anas, sulla scia dell’allerta sicurezza che coinvolge le infrastrutture italiane sulle quali la tragedia di Genova ha riacceso l’attenzione. Anas, che nei giorni scorsi ha rassicurato sulla stabilità del pilone e dell’intera struttura che poggia su fondazioni assolutamente stabili e non intaccate dall’erosione, ha già assicurato prossimi interventi di regimentazione delle acque, responsabili dell’erosione del pilone, fissato in un versante molto ripido, nonché di ripristino del cosiddetto apparato corticale ovvero di quello strato esterno particolarmente usurato che ha portato all’esposizione dell’armatura metallica interna al basamento. Usura che ha profondamente eroso anche il al gradino su sui poggia l’intera campata centrale già evidenziato dalle nostre immagini. Elemento del ponte sul quale la stessa Anas ha risposto fare parte dei prossimi interventi manutentivi rispetto allo strato esterno. Interventi ai quali ora il Consigliere Serri chiede di affiancare un un approfondimento tecnico” sullo stato generale dell’opera, per chiarire e definire “quali interventi siano necessari”. Segno di quanto le immagini diffuse nei giorni scorsi abbiano stupito anche le istituzioni, vista anche l’importanza dell’opera considerata “asse di penetrazione dell’Appennino ed importante crocevia di traffico percorso ogni giorno da migliaia di pendolari e di merci”.