Le condizioni del dottor Tondi sono stabili. Una decina di giorni fa, sempre sotto casa, il medico di Vignola fu avvicinato da un balordo: al momento l’ipotesi principale è quella di una ritorsione ad opera del familiare di un paziente del primario

Vendetta? Rapina? Intimidazione? Si indaga a 360 gradi sull’aggressione con l’acido al dottor Stefano Tondi, primario di Cardiologia all’ospedale di Baggiovara. Il medico, colpito con soda caustica giovedì sera davanti alla propria abitazione nella campagna di Vignola, ha riportato gravi ustioni, in particolare all’occhio sinistro, e rischia di perdere la vista. In generale buone sono, invece, le condizioni del figlio 19enne Michele, anche lui colpito con la sostanza acida mentre tentava di difendere il padre. Sono diverse le ipotesi sul tavolo degli inquirenti. Un dato di particolare rilevanza è che già una decina di giorni fa Tondi era stato avvicinato sotto casa da un balordo, che lo aveva sorpreso alle spalle e gli aveva intimato di tenere le mani in alto: in quel frangente il primario era riuscito a sfuggire all’agguato rifugiandosi in casa. E’ possibile che i due episodi siano tra loro collegati. Le piste più calde sono quella di una ritorsione ad opera del familiare di un paziente avuto in cura dal primario, oppure di un agguato legato a vicende personali di Tondi. Sul caso indagano i Carabinieri, coordinati dal pm Enrico Stefani. Ma c’è massimo riserbo dagli inquirenti.

Gli investigatori non escludono nulla, ma sembra improbabile che l’aggressione possa collegarsi con il ruolo di Tondi nel processo sul caso ‘Camici Sporchi’, in corso a Modena: la testimonianza rilasciata in aula a giugno dal primario non conteneva elementi di peso. Allo stesso modo si tende a escludere l’ipotesi della tentata rapina.

Intervista a Lucia Musti, Procuratore capo Modena