I due indagati di Pievepelago, accusati di aver sottratto gasolio dalla cisterna comunale di Riolunato, durante l’interrogatorio di garanzia hanno dimostrato di essersi pentiti e di voler risarcire il danno causato

Sono due persone libere l’agente della polizia municipale e il benzinaio di Pievepelago accusati di aver sottratto gasolio dalla cisterna comunale di Riolunato, gasolio che poi veniva rivenduto ai clienti. Il giudice per le indagini preliminari Andrea Romito ha infatti accolto le richieste degli avvocati Alessia Gonzo e Roberto Bortolotti che domandavano di alleggerire le misure cautelari per i propri assistiti, dopo che una settimana fa entrambi erano stati arrestati dai carabinieri. Il gip ha revocato i provvedimenti e ora i due, come sottolineato dai legali, potranno affrontare l’eventuale processo con maggiore serenità.

Decisivi, per la decisione di Romito, sono stati stati il pentimento dimostrato dagli indagati durante l’interrogatorio di garanzia e la volontà di risarcire il danno causato, versando a testa 3 mila euro. In tutto 6 mila euro, il doppio della cifra contestata e che appunto equivale all’ammanco per le casse comunali di Riolunato e per quelle dell’Unione del Frignano.

Secondo l’accusa rappresentata dal pm Katia Marino l’agente e l’esercente non solo avrebbero preso il gasolio per cederlo ai clienti, ma avrebbero anche emesso false ricevute del benzinaio che attestavano erogazione di taniche di carburante all’auto del vigile, finte note che finivano nella nota di credito vantata dall’esercente gestore nei confronti dell’amministrazione comunale per il rimborso. Gli addebiti vanno dal peculato al furto passando per falso e truffa.