I vertici della sanità modenese, al momento, non hanno voluto commentare il giro di vite della Procura di Modena sui furbetti dei certificati medici

L’azione intrapresa dalla Procura di Modena per limitare il fenomeno delle malattie ad orologeria segue i passi della legge, varata lo scorso giugno, dal governo contro i furbetti del cartellino che negli anni ha vantano una lunga lista di esempi: da Sanremo, il più clamoroso a Caserta. Anche Modena ha fatto la sua parte con uno dei casi più chiacchierati del 2015 con la Guardia di Finanza di Vignola impegnata ad indagare sul primario dell’ospedale di Pavullo. La finanza illustrò, attraverso anche dei video, l’anomalia dei movimenti giornalieri del medico che, spesso lasciava l’ospedale del comune dell’Appennino per recarsi a Modena.

Con la lotta ai certificati medici ad orologeria come definiti da Lucia Musti, procuratore capo, la Procura locale non ha intenzione di fare una azione di moralizzazione, o di criminalizzazione dei dipendenti pubblici facendo di tutta l’erba un fascio. Da qui la decisione di aprire un focus, e dunque un fascicolo, qualora tra i lavoratori delle pubbliche amministrazioni, qualunque esse siano, nell’ambito della sanità della giustizia e della scuola, vengano prodotti dei certificati medici per malattie ‘ad orologeria’. Intanto i vertici della sanità modenese, per il momento, non hanno voluto commentare il giro di vite della Procura.