Ennesima giornata difficile a Piazza Affari per la Banca Popolare dell’Emilia-Romagna. Il titolo della Popolare chiude a 3,034 euro per azione: peggio fa solo Mps. Urgono chiarimenti dal management

Un’altra giornata nera in Borsa per la Banca Popolare dell’Emilia-Romagna: il titolo dell’istituto modenese ha chiuso oggi a -12,36%. A Piazza Affari solo il Monte Paschi di Siena è riuscito a fare peggio, con -16,10%.

Spiccano in negativo anche le Popolari di Verona e Milano e Unicredit: segno che la fiducia dei mercati nel sistema bancario italiano è ai minimi storici.

Una azione della Popolare dell’Emilia-Romagna vale in questo momento 3,034 euro: rispetto a un anno fa il titolo ha lasciato sul terreno il 62% del suo valore.

E i soci che nel 2014 hanno sottoscritto la ricapitalizzazione a 5,14 euro per azione, pensando di cogliere un’ottima opportunità di investimento, hanno perso ad oggi il 42% del capitale.

Il titolo oggi è stato anche sospeso dalle contrattazioni per alcune ore. Lo sprofondo rosso è legato evidentemente alle sofferenze e ai crediti non performanti che gravano sui conti di Bper. La Popolare, secondo uno studio di Pricewatershousecoopers, è la terza banca italiana con più sofferenze sulle spalle.

In Borsa il titolo sta facendo le montagne russe: una giostra segnata più da vertiginosi crolli che da convincenti risalite. Se il valore delle azioni in un anno si è più che dimezzato significa che qualcosa non va.

E allora, arrivati a questo punto, sarebbe nell’ordine naturale delle cose che i vertici dell’istituto uscissero dal silenzio e spiegassero che cosa sta succedendo alla Banca Popolare dell’Emilia-Romagna. Anche perché, di questo passo, le preoccupazioni di azionisti e clienti saranno sempre più forti. Dal presidente Caselli e dall’amministratore delegato Vandelli si attendono spiegazioni.