Le stazioni sciistiche dell’Appennino hanno bisogno di piano di rilancio a 360 gradi per competere con quelle delle Alpi

Un progetto complessivo di rilancio di tutte le stazioni sciistiche modenesi non si vedeva dal 2003, col piano Illing. Lo lancia adesso la Provincia, in vista della Conferenza regionale sul turismo che si terrà a Sestola il 12 aprile. E’ un’azione a 360 gradi, che partendo dall’analisi dei fattori critici che vanno dai costi energetici a quelli per la sicurezza e le revisioni periodiche, individua interventi urgenti da mettere in campo tanto per il Cimone quanto per le Piane di Mocogno, Fiumalbo, Sant’Anna Pelago e Frassinoro. Sul piano strutturale, si parte con l’esigenza di potenziare il sistema di innevamento aumentando la capienza degli invasi da 70 a 110mila metri cubi. Poi si punta a creare nuovi rifugi a Cimoncino, lago della Ninfa e Polle, e a sistemare quello del Cervaròla a Montecreto, con contestuale trasformazione dello skilift in seggiovia. Ma servono anche nuovi baby park per le famiglie e il restyling di quelli esistenti. Sul piano del marketing, si sottolinea l’esigenza di  valorizzare le bellezze naturali in sinergia col Parco, nonché di inserire nel sistema neve il Palaghiaccio così come le piscine e i centri tennis di Fanano e Sestola. Questo, e molto altro, per competere con le stazioni alpine che hanno gli straordinari incentivi legati alle autonomie regionali.