Per l’edificio ex Coni è fallito anche il secondo tentativo di vendita all’asta

Che cosa potrebbe sorgere di utile alla comunità negli immensi spazi chiusi dell’ex Coni di via Matilde di Canossa? E’ quanto si chiede il Comune di Pievepelago, che ha dato mandato a uno studio di architettura di Modena di stendere una relazione sulle prospettive di sviluppo e di riconversione dello stabile, che a tutt’oggi per l’ente pubblico costituisce solo una fonte di debito. Per acquistarlo nel 2008, infatti, venne sottoscritto un mutuo da 1,3 milioni con la Cassa Depositi e Prestiti spalmato sui 25 anni. Poi però non si trovarono le risorse per il recupero, e la paralisi divenne totale con l’avvento della crisi e i tagli nei finanziamenti statali. Per questo nel novembre 2011 si tentò un primo esperimento di vendita all’asta partendo da una base di 1,6 milioni, ma non ci fu alcuna offerta. E le cose non andarono meglio l’estate scorsa con il secondo tentativo disposto con più di 600mila euro di sconto che avrebbero comunque significato una rimessa per il Comune. Adesso si lancia uno studio di fattibilità con l’intento probabilmente di spacchettare la struttura, disponendo diversi ambiti di utilizzo. Si parla anche della possibile creazione di un centro commerciale, ma è solo un’ipotesi in attesa di un’analisi di costi e benefici.