Incontro agitato ieri sera a Pavullo con i genitori dei bimbi della Mariele Ventre, la scuola segnata dallo choc dell’arresto di Manuela Giacomozzi. Il recupero della fiducia nell’istituto sembra tutto in salita

Sono passate tre settimane ormai dall’arresto di Manuela Giacomozzi, la maestra accusata di maltrattamenti all’interno della scuola d’infanzia Mariele Ventre. Ma non è affatto sbollita la rabbia dei genitori per quello che è successo, e se n’è avuta ampia prova ieri sera nell’incontro che ha visto Comune e direzione didattica di fronte a mamme e papà che stanno continuando a mandare i loro figli nella scuola. L’occasione doveva servire per presentare il piano di sostegno predisposto assieme all’Ausl, con l’intervento di psicologi di supporto ai bimbi e alle insegnanti, più lo sportello d’ascolto rivolto ai genitori e le periodiche assemblee per confrontarsi. Iniziative già illustrate nei giorni scorsi negli altri istituti, e che anche qui hanno riscosso apprezzamento. Ma la ferita resta tra i genitori, che hanno mostrato una chiara perdita di fiducia nella scuola, soprattutto per la mancata denuncia dell’accaduto da parte delle altre insegnanti. “Mia figlia mi ha detto che si tappava le orecchie quando quella che chiamava ‘la maestra cattiva’ cominciava a urlare – ha detto un papà – come era possibile che nessun altro lì dentro si fosse accorto che qualcosa non andava?”. La stessa Antonella Riccò, responsabile della Neuropsichiatria infantile dell’Ausl di Pavullo ha detto che dagli incontri fatti finora è emersa una netta perdita di fiducia, “che è pericolosa – ha sottolineato – perché non porta da nessuna parte”. Ci si è lasciato con l’impegno a rivedersi tra due mesi, per capire se le azioni messe in campo hanno portato a un rasserenamento dell’ambiente.