Le richieste degli scioperanti sono varie: vanno dalla denuncia dell’impossibilità di usufruire del bagno durante l’orario di lavoro alla richiesta di un contratto da alimentarista e non da facchino

Riprende la protesta dei dipendenti della cooperativa Castelfrigo, specializzata nella lavorazioni di carne suina fresca a Castelnuovo Rangone, dopo che è saltato il tavolo della trattativa sulle condizioni dei lavoratori. Dunque dopo la mobilitazione di fine gennaio, non sono bastati né il tavolo di confronto in Prefettura di Modena, né quello presso la Confindustria. Stamattina il nuovo sit-in davanti ai cancelli, presidiato dalla polizia e dai carabinieri, che riguarda anche i facchini delle due cooperative appaltanti Ilia e Work Service, in tutto 250 dipendenti: le richieste degli scioperanti sono varie: vanno dalla denuncia dell’impossibilità di usufruire del bagno durante l’orario di lavoro alla richiesta di un contratto da alimentarista (ovvero un addetto specializzato nella lavorazione della carne) e non da facchino. A farsi portavoce della protesta è Clirm Bali, albanese di 37 anni, sposato con due figli, in Italia da 12. I sindacati dal canto loro avevano chiesto una corretta applicazione contrattuale nonché la cosiddetta ‘clausola sociale’, cioè la conservazione del posto di lavoro in caso di cambio appalto, situazione che, spiegano dai sindacati, si verifica periodicamente.

Ai nostri microfoni Clirim Bali, Dipendente Castelfrigo e Erika Morselli, Funzionaria Flai-Cgil