L’ex presidente di CPL ha l’obbligo di dimora nel comune di Concordia

Da arresti domiciliari a obbligo di dimora. Roberto Casari, ex presidente di CPL Concordia, è un uomo libero. Il giudice che conduce le indagini ha ritenuto, infatti, che non vi sia né il rischio di fuga, né di inquinamento delle prove e né tantomeno il rischio di reiterazione del reato. Da qui la decisione di revocare la misura cautelare degli arresti domiciliari a favore dell’obbligo di dimora nel comune di Concordia. In quella stessa comunità che ha sempre difeso Roberto Casari anche quando le accuse nei suoi confronti si facevano insistenti e continue perché, come più volte hanno raccontato in quel di Concordia, ha dato lavoro a centinaia di famiglie, ha portato ricchezza dove prima c’era fame; il dirigente che ha trasformato  una locomotiva a vapore in un treno ad alta velocità:  come ha dichiarato lo stesso Casari a margine della prima udienza che si è svolta a Modena lo scorso 25 novembre. In quella circostanza, tramite i suoi legali, l’ex patron di CPL Concordia aveva spiegato d’aver dato una opportunità di lavoro a tanti giovani e in azienda non c’è mai stata un’ora di cassa integrazione. Il giorno dell’inizio del processo era l’unico imputato presente in aula si era detto fiducioso sull’operato della magistratura. Roberto Casari fu arrestato il 30 marzo scorso dopo un’inchiesta della procura di Napoli che ipotizza tangenti pagate dall’ex dirigenza di Cpl all’amministrazione dell’isola di Ischia per ottenere l’appalto della metanizzazione. Oltre all’ex presidente finirono in carcere anche altri ex manager del gruppo.  Dopo un periodo di carcere prima a Poggioreale poi a Trento e gli arresti domiciliari: ora è un uomo libero di passeggiare per il centro di Concordia e riprendere quelle abitudini di un tempo tanto familiari anche ai suoi concittadini