La sconfitta di Frosinone acuisce la crisi dei biancorossi. La gara di domenica col Verona diventa un bivio: vittoria o si cambia tutto, da Sogliano a Sannino

I soliti maledetti minuti di recupero. Quelli che hanno già portato via al Carpi 5 punti fra Inter, Palermo, Bologna e ieri sera a Frosinone. Al Matusa è arrivata la settima sconfitta su 10 gare, ancora maturata dopo il 90′ come già quattro giorni prima col Bologna. La cura Sannino ha già esaurito i suoi effetti benefici e dopo la sosta seguita al successo sul Torino sono arrivate tre sconfitte pesantissime con Atalanta, Bologna e Frosinone. Come nel derby, il Carpi ha giocato alla pari con l’avversario pagando però le solite colossali ingenuità dei singoli. L’1-0 ciociaro di Ciofani, sfuggito a Spolli, nasce da una palla persa da Cofie davanti all’area. Il 2-0 poi inspiegabilmente annullato dall’arbitro Damato dall’ennesima topica di Belec, che perde una palla lenta che aveva già in mano consegnandola a Paganini. Il 2-1 al 91′ firmato Sammarco, che non segnava in A da 3 anni e mezzo, da un cross su cui Romagnoli si fa anticipare in area piccola. Eppure, in mezzo a questi tanti errori, i biancorossi avevano avuto una buona reazione dopo lo 0-2 scampato, trovando il pari col secondo gol in A di Luca Marrone, dopo un possente sfondamento centrale. Sembrava un 1-1 scritto, anche dopo il rosso a Borriello e Soddimo. Poi la solita mazzata nel recupero ha fatto crollare un Carpi ora distante 5 punti dal quart’ultimo posto.

Adesso la sfida di domenica col Verona, ultimo al fianco dei biancorossi e ancora senza vittorie, è già un bivio: in caso di altro ko potrebbe cambiare tutto. Via Sannino, via Sogliano per poter richiamare Castori, che col d.s. ha “rotto” dopo l’esonero. Centralità di nuovo allo staff, la triade Costi-Nuti-Perrone, che ha fatto le fortune del Carpi in questi anni. In cerca di un miracolo che col passare delle giornate sembra sempre più difficile.