Il Cavallino Rampante sbarca in Borsa e mette a segno subito un +15%. Poi chiude a +5,8%. Marchionne: “E’ l’inizio dell’espansione del marchio”

Per qualcuno, a New York, è stato l’evento dell’anno. Di certo, per Maranello, ha rappresentato l’inizio di una nuova era. Ed è cominciato con il botto questo nuovo capitolo della storia della Ferrari. Il Cavallino Rampante ha debuttato ieri sui mercati borsistici. Lo ha fatto sul mercato più prestigioso, Wall Street, e, come da tradizione (oggi un po’ offuscata sul piano sportivo), ha bruciato tutti in partenza: +15% in avvio di seduta, impennata fino a +17% e poi la naturale discesa, per chiudere a un ottimo +5,8%, a quota 55 dollari per azione. “E’ l’inizio dell’espansione del marchio”, festeggia il presidente Sergio Marchionne, l’artefice dell’operazione finanziaria. Sul piatto, a disposizione degli investitori internazionali, la Rossa ha messo il 10% del suo capitale: l’80% resta nelle mani degli azionisti di Fiat-Chrysler (e dunque in primis della famiglia Agnelli), mentre il restante 10% è ancora detenuto da Piero Ferrari, il figlio del Drake. Con lo sbarco in Borsa l’obiettivo di Marchionne è prima di tutto potenziare il valore del marchio Ferrari, valutato oggi sui 10 miliardi di dollari: il manager vuole accelerare, più che sul versante motoristico, su quelli del merchandising e del marketing a tutto tondo. Ma anche raccogliere denaro utile per finanziare l’attuale casa madre Fiat Chrysler.