Guerra sui numeri dei visitatori de ‘Il Manichino della Storia’. Forza Italia chiede le dimissioni dell’assessore, che contrattacca

‘Il Manichino della Storia’ è sempre più ‘Il Manichino della Discordia’. Si fa rovente la polemica sulla contestatissima mostra di arte contemporanea allestita negli spazi della Manifattura Tabacchi. Guerra sui numeri, ora, dopo che Forza Italia si è messa a contare gli ingressi all’esposizione gridando al flop clamoroso: secondo gli azzurri, nei 4 mesi di apertura, non si supereranno i 6mila visitatori. Di qui la richiesta di dimissioni all’assessore alla Cultura Gianpietro Cavazza. Che da parte sua risponde al fuoco con i suoi, di numeri. Secondo le cifre ufficiali del Comune, in questi primi 35 giorni, la mostra ha fatto registrare 8.626 visitatori: peraltro, va detto, qui sono contati anche gli oltre 6.300 ingressi messi a segno nei giorni del Festival della Filosofia, quando alla mostra si entrava gratis. Il nodo della questione, infatti, è principalmente economico. Forza Italia punta il dito principalmente contro i 550mila euro di costo della mostra, cui vanno aggiunti i 50mila all’anno, moltiplicati per sei anni, che il Comune pagherà alle cooperative proprietarie dell’immobile per l’affitto degli spazi. Ma Cavazza tira dritto: “Non è l’audience l’obiettivo delle politiche culturali, Forza Italia cerca solo visibilità”. Pronto il contrattacco degli azzurri, affidato a un gallerista d’arte amico: Adriano Primo Baldi. Baldi mette a confronto il Cavallo di Mimmo Paladino che svetta nel piazzale della Manifattura con un altro Cavallo, opera sempre da Paladino, esposto negli anni scorsi prima a Ravenna e poi a Faenza. “Sono identici”, fa notare l’esperto. E la polemica continua.