Emergenza profughi: non si sblocca la situazione dei pakistani arrivati a Modena e finiti in una sorta di limbo burocratico che li esclude dai canali ordinari dell’accoglienza. I giorni passano e questi migranti continuano a dormire al Novi Sad

Il Novi Sad è ormai la loro casa a cielo aperto. Di giorno giocano a palla nel prato o stanno seduti all’ombra a sonnecchiare, ma quando cala il buio sono costretti a coricarsi sulle gradinate del parco. E se, come la notte scorsa, la temperatura cala bruscamente e infuria la pioggia, la situazione si fa davvero difficile. I giorni passano e nulla si muove, per i profughi pakistani arrivati a Modena nell’ultimo mese. Essendo arrivati in Italia via terra – dopo un viaggio estenuante attraverso ben otto Paesi –, queste persone non hanno accesso agli aiuti normalmente previsti per i richiedenti asilo. Per loro, la Prefettura aveva deciso il trasferimento a Bologna e, di lì, l’inserimento eccezionale nei canali di accoglienza ordinari, ma finora solo a 5 è stata trovata una sistemazione. Escluse dal piano di accoglienza attivato in via straordinaria per far fronte all’emergenza sbarchi, i pakistani sono però allo stesso tempo tagliati fuori anche dal piano ordinario previsto per i richiedenti asilo, visto che i posti a disposizione per Modena, 65, sono già tutti occupati da tempo. La soluzione decisa dalla prefettura prevede allora il trasferimento nel Centro di prima accoglienza di Bologna, e , di lì, un inserimento eccezionale nel percorso previsto per i migranti via mare. Inizialmente sembrava fosse questione di giorni. Ma i tempi si stanno allungando. Nonostante le difficili condizioni, il numero di pakistani continua a crescere. Da circa 30 che erano fino a due settimane fa, i migranti scappati ai talebani e fermatisi a Modena sono ormai una cinquantina. E in più c’è anche chi arriva dall’Afghanistan.