Nel disegno di legge, uno dei punti più contestati sta nel ruolo centrale che viene riservato ai presidi

Sono giorni caldi nel mondo della scuola. E la primavera non c’entra. Il disegno di riforma recentemente varato dal Governo ha scatenato la dura reazione dei sindacati, che ieri hanno fermato le lezioni e proclamato un giorno di sciopero: migliaia, tra docenti di ruolo, precari e personale tecnico-amministrativo, hanno sfilato per le piazze di mezza Italia fischiando contro il premier Renzi e il ministro Giannini. I punti più contestati della riforma riguardano le nuove forme di finanziamento, uguali per gli istituti pubblici e paritari, e il ruolo dei presidi, a cui è affidato tra gli altri il potere di scegliersi i professori. E allora proprio ad un dirigente scolastico modenese abbiamo voluto domandare come valuta la riforma.