L’aria modenese è perennemente inquinata e dall’inizio dell’anno 1 giorno su 3 è risultata irrespirabile; se in inverno il problema smog riguarda le pm10, in estate è legato all’ozono

Stando alle rilevazioni dell’Arpae – l’Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia – nei primi sei mesi dell’anno sono stati 66 su 181 i giorni in cui si sono registrate anomalie nell’aria, con sforamenti di ozono e di polveri sottili rispetto alle soglie limite stabilite per legge. Che l’aria della Pianura Padana sia inquinata è ormai risaputo, ma che addirittura un giorno su tre si respiri aria dannosa per la salute deve far riflettere. Gennaio, febbraio e parte di marzo sono stati i mesi delle polveri sottili, per un totale di 43 sforamenti di pm10. Con l’arrivo della primavera, ad aprile e maggio l’aria è tornata ad essere più respirabile, mentre giugno è stato da bollino rosso, non per le pm10 bensì per un altro inquinante, tipicamente estivo: l’ozono. Per 23 giorni su 30 si sono riscontrati valori oltre i limiti in almeno una delle centraline di monitoraggio della provincia. In particolare la stazione di via Giardini a Modena ha già raggiunto le 35 giornate di sforamento, limite massimo consentito per legge in un anno.

Carla Barbieri, Responsabile rete monitoraggio qualità dell’aria di Modena