103 microgrammi al metro cubo: questo il valore di PM10 segnato ieri dalla centralina Arpae di via Giardini, a Modena. Un numero che supera più del doppio il valore massimo consentito dalla legge, pari a 50 microgrammi per metro cubo, e che rappresenta il picco più alto raggiunto dall’inizio di questo inverno. Per trovare una cifra più alta bisogna tornare al 7 gennaio del 2019, quando la colonnina Arpae segnò 111 microgrammi al metro cubo di polveri sottili. La morsa dello smog non solo a Modena non demorde, arrivando ad attanagliare l’aria per il sesto giorno consecutivo, ma anzi impenna, nonostante da ieri e fino a domani siano in vigore le misure emergenziali che impongono il blocco alla circolazione per i mezzi più inquinanti all’interno dell’anello delle tangenziali. Una situazione sempre più preoccupante se si pensa che secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, l’inquinamento atmosferico costituisce il principale rischio ambientale per la salute nell’Unione europea, stimando che sia la causa di oltre 500mila decessi prematuri ogni anno. Un recente studio effettuato in Emilia-Romagna ha rilevato che solo a causa delle PM10 nei nostri territori si registrano all’anno circa 6 casi di morti in più rispetto a territori dall’aria meno inquinata.