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CARPI CALCIO. RICORSO RESPINTO, I BIANCOROSSI RIMANGONO A +4


Carpi-Forlì rimane con il 2-1 maturato sul campo. Così ha deciso in mattinata il Giudice Sportivo della Serie D che ha respinto il ricorso presentato a sorpresa domenica sera dal club romagnolo dopo la sconfitta del “Cabassi”. Il Forlì, battuto da un gol di Calanca al 90’, aveva messo nel mirino la posizione del terzino biancorosso Tommaso Cecotti, entrato nella ripresa: secondo il ricorso l’ex milanista, che aveva saltato a fine gennaio per squalifica la gara con la Pistoiese, non avrebbe scontato effettivamente la sanzione perché quella gara sarebbe stata annullata dall’esclusione del club toscano dal campionato. Un ricorso apparso sin da subito fragile, che il Giudice ha sconfessato dicendo che quella gara non è stata annullata, bensì i suoi effetti, come le altre della Pistoiese, sono stati azzerati ai fini della classifica, come già riportava il comunicato della Serie D. Per questo Cecotti avendo già scontato a fine gennaio la sua squalifica non può essere costretto a scontare un’altra giornata. Il Forlì ora avrà 24 ore di tempo per presentare un’eventuale secondo ricorso in appello, ma intanto il Carpi resta a +4 in vetta sul Ravenna a 2 gare dalla fine e vincendo domenica a Imola sarà promosso in Lega Pro.

EMERGENZA CARCERE, NEL SANT’ANNA SOVRAFFOLATO MANCANO 40 AGENTI


Nel video l’intervista a Giovanna Laura De Fazio, Garante Detenuti Modena

Un carcere già sovraffollato, con una capienza oltrepassata del 50% e in continua crescita, ma con meno agenti di polizia penitenziaria di quelli che servirebbero. È questa la fotografia dell’istituto penitenziario Sant’Anna di Modena: gli spazi della struttura prevedono 382 posti di capienza, ma i detenuti che oggi si contano nel carcere modenese sono 535, dei quali 370 in detenzione definitiva. Dall’altra parte invece, la pianta organica degli agenti dovrebbe contare 257 agenti, ma all’appello ce ne sono solo 217, 40 in meno. Anche gli educatori sono carenti, per una situazione che determina diverse difficoltà, come quelle di attivare percorsi di lavoro e reinserimento in società.

Il quadro si acuisce se si tengono in considerazione detenuti con esigenze particolari. Poche settimane fa nell’aula magna di Giurisprudenza si è discusso su quali misure e progetti incrementare ad esempio con i “sex offenders”, ovvero persone che hanno commesso reati a sfondo sessuale. Essendo invisi agli altri detenuti, corrono rischi per la loro incolumità e devono essere isolati in una sezione apposita del penitenziario. Fattore che complica la programmazione di interventi trattamentali, che devono essere “su misura”, perché i reati a sfondo sessuale hanno uno spettro molto ampio.

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