I canarini di Hernan Crespo riflettono sul ko subito contro il Latina, che ha accesso un campanello d’allarme in casa gialloblù. Tanti gli errori commessi e che il tecnico vuole correggere in vista della gara di sabato contro l’Ascoli.

Ci sono sconfitte e sconfitte, alcune lasciano rimpianti e recriminazioni, altre ferite più profonde. Quelle contro Vicenza, Avellino e Cesena avevano lasciato il Modena con un pugno di mosche, ma con la consapevolezza di aver giocato e creato, dirigendo le gare sui binari scelti solo gli episodi avevano deciso il risultato finale. Poi ci sono sconfitte più pericolose, come contro il Latina, in cui a tratti la squadra per la prima volta non è stata in grado di controllare ritmo e trama del match. Un campanello d’allarme che non è rimasto inascoltato da Crespo, che già dopo il match aveva chiara la situazione. Squadra troppo bassa e di conseguenza incapace di costruire la solita trama di gioco. Sì, ma perché? Una causa, come Andrea Doninelli ha sottolineato in conferenza stampa, va ricercata nell’approccio morbido, a differenza di un Latina molto più aggressivo e determinato. L’altra causa è tattica: mai come domenica il baricentro del Modena era basso, una situazione che ha creato un effetto domino. Reparto più distanti tra di loro, meno possibilità di fraseggio e più facilità per il Latina, più forte fisicamente, di controllare la mediana. Si potrebbe pensare che la colpa sia da attribuire esclusivamente al centrocampo e si sbaglierebbe, perché difesa e centrocampo sono strettamente connessi tra loro e se il reparto arretrato non accompagna la squadra tutto va a rotoli. E’ mancato il difensore più bravo nell’accorciare gli spazi Thiago Cionek. La sua assenza, specie nel primo tempo è stata decisiva, perché Gozzi, con una caviglia fuoriuso, non poteva correre eccessivi rischi e quindi teneva la squadra un po’ più lunga, mantenendo un salvagente di sicurezza. Così facendo, però, il palazzo del Modena è crollato proprio dalle fondamenta. Contro l’Ascoli il polacco tornerà e dovrà sistemare i meccanismi difensivi del Modena, soprattutto di fronte a due attaccanti come Perez e Cacia, ai quali è pericoloso concedere metri, specie nelle vicinanze della propria area. Tutto questo al netto di un altro fattore: se i gialloblù avessero infilato una delle 4 occasioni avute sullo 0-0 la partita sarebbe cambiata. Perché al di là di schemi e tattiche c’è una cosa che nel calcio conta più di ogni altra, il gol. E il campionato del Modena dovrà necessariamente passare da lì.