Il Comune ha appena pubblicato gli atti

Non si può dire che il Comune di Carpi non ci abbia provato a tenere la squadra di calcio in casa nel prossimo campionato di serie A. Si è lavorato su almeno quattro ipotesi diverse, ma tutte senza riscontri concreti. Il percorso è stato messo nero su bianco dal sindaco Alberto Bellelli in una sorta di cronistoria appena pubblicata tra gli atti. Quando è stato chiaro che l’exploit calcistico avrebbe potuto portare alla A, la prima idea è stata quella di affittare uno stadio modulare da posizionare sulla pista di atletica, concessa gratuitamente alla società, che ha giudicato però la proposta troppo transitoria. Si è pensato quindi a uno stadio tutto nuovo, ma il costo di 20 milioni sarebbe stato sostenibile solo con l’apporto di capitali privati che non si sono trovati. Da parte sua, il Carpi alla fine del 2014 ha presentato un progetto di massima per ristrutturare il Cabassi con una spesa di 4,5 milioni, ma il Comune l’ha giudicato carente su diversi fronti, compreso quello della sicurezza. Si poteva comunque integrare, ma l’idea è poi naufragata del tutto per l’indisponibilità da parte della società a sostenere il 50% dei costi così come aveva fatto il Modena nel 2002 per il Braglia, non ritrovandosi alla fine un immobile di proprietà. Ma a maggio il Carpi ha presentato un nuovo progetto fatto dal pool di ingegneri che ha costruito lo stadio Friuli, con tre fasi di realizzazione per passare da 10 a 13 e quindi 16mila spettatori, partendo da un costo di 7,6 milioni per arrivare alla fine a 10 e mezzo. E’ su questo che si sta attualmente lavorando, alla ricerca sempre di capitali privati. Se si trovassero, il primo step potrebbe essere completato già per il prossimo anno, ed ecco perché il contratto sul Braglia lascia libera la società di svincolarsi dopo 12 mesi.