Per i primi 7 mesi dell’anno le imprese modenesi lavorano solo per pagare le tasse. E’ quanto emerge da uno studio condotto dalla Cna. Che svela quanto il prelievo fiscale sia aumentato negli ultimi anni.

Domani, 5 agosto, sarà l’ultimo giorno dell’anno in cui gli imprenditori modenesi lavoreranno per conto della Pubblica Amministrazione: ossia solo per pagare le tasse. Sì, perché le imposte nella nostra provincia si mangiano ben il 63,5% del reddito prodotto da un’azienda. Il calcolo è stato fatto dall’Osservatorio sul prelievo fiscale della Cna. Sotto la Ghirlandina, i numeri dicono che negli ultimi cinque anni il peso delle tasse sulla casa – Imu più Tasi – è aumentato di oltre l’80%, mentre l’addizionale comunale Irpef è lievitata di un decimo. I ricavi di un’impresa dei primi sette mesi dell’anno, in pratica, finiscono tutti per saldare i conti con l’Erario, cioè per rimpolpare le casse di Stato, Regioni e Comuni. Ma c’è anche chi sta peggio. Nonostante le aliquote salite alle stelle, Modena, infatti, si scopre essere tra i territori dove il prelievo fiscale è complessivamente più contenuto: su 113 città, per la precisione, in ben 80 casi le imprese sono più bersagliate di quanto non avvenga sotto la Ghirlandina. Il record negativo va a Reggio Calabria, dove il peso totale delle tasse sfiora il 75%, mentre seconda in classifica è Bologna, 73%. In Emilia-Romagna, rispetto a Modena, il prelievo fiscale è meno gravoso solo a Ferrara e Reggio Emilia. In casa nostra le buone notizie arrivano soprattutto alla voce Irap, che tra il 2011 e il 2015 si è più che dimezzata. Ed è solo grazie al taglio operato su questa imposta che il reddito disponibile delle imprese è cresciuto in media del 5,5,%.