Il gip vuole sentire anche l’ex premier D’Alema, tirato in ballo in alcune intercettazioni.

Si terrà giovedì l’interrogatorio di garanzia per Roberto Casari, l’ex presidente della Cpl Concordia, arrestato ieri, insieme ad altre otto persone, tra cui quattro dirigenti della Cpl, nell’ambito dell’inchiesta napoletana sulle presunte tangenti per la metanizzazione dell’isola di Ischia. Entro venerdì il Gip del Tribunale di Napoli sentirà tutte le persone finite in manette: in primis, il sindaco di Ischia, Giuseppe Ferrandino. Ma come persona informata sui fatti potrebbe essere ascoltato dal giudice anche l’ex premier Massimo D’Alema, che non risulta tra gli indagati ma che viene tirato in ballo in alcune intercettazioni. Stando a quanto si apprende, al giudice D’Alema dovrebbe chiarire uno dei punti cruciali dell’inchiesta: quello sui rapporti tra la Cpl e gli ambienti della politica e della pubblica amministrazione. Sotto la lente dei pm partenopei un presunto sistema di corruzione basato sulla costituzione di fondi neri in Tunisia da parte della cooperativa, con cui retribuire pubblici ufficiali per avere favori nell’aggiudicazione di appalti. La stipula fittizia di due convenzioni nell’albergo della famiglia Ferrandino, per un totale di 330 mila euro; l’assunzione come consulente del fratello e almeno un viaggio in Tunisia: sarebbe stato questo, secondo l’accusa, il ‘prezzo’ pagato dalla Cpl per la corruzione del sindaco di Ischia. Tutte accuse dalle quali Casari e i dirigenti del colosso cooperativo di Concordia potranno difendersi negli appositi interrogatori fissati nei prossimi giorni. Intanto, il presidente dell’Autorità nazionale Anti-corruzione, Raffaele Cantone, ha chiesto gli atti alla Procura di Napoli per capire se ci siano appalti che possono essere eventualmente commissariati. E mentre a Ischia si teme per il possibile scioglimento del Consiglio comunale, spunta una nuova presunta mazzetta da 25mila euro che la Cpl avrebbe pagato ad amministratori avellinesi per lavori da effettuare in Irpinia. A conclusione della prima fase dell’inchiesta, gli inquirenti dovrebbero trasmettere a varie altre Procure d’Italia i riferimenti ad altri appalti emersi dall’indagine sulla metanizzazione a Ischia