I Pm di Modena non avevano ravvisato ipotesi di reato

L’aeronautica Militare ha aperto un’inchiesta per l’incidente aereo che ieri mattina sulle colline attorno a Pavullo ha avuto quali conseguenze il ferimento dei due occupanti l’ultraleggero caduto, Fabio Venturelli di 57 anni che era alla guida, e del 32enne Stefano Guardigli, capitano dell’Aeronautica presso il Centro sperimentale Volo. Proprio perché Guardigli è a tutti gli effetti un militare, l’aeronautica questa mattina ha comunicato al pubblico ministero Enrico Stefani di prendersi a carico dell’accaduto, aprendo d’ufficio un’inchiesta dalla sede di Roma. A quanto è dato sapere, la Procura di Modena non avrebbe ravvisato alcun tipo di reato poiché il velivolo, essendo andato in stallo sopra l’abitato di Pavullo, è stato pilotato con diligenza da Venturelli, ricoverato all’ospedale di Baggiovara per un forte trama toracico, che è riuscito ad evitare le case ed è stato portato ad atterrare sopra un campo di grano evitando conseguenze peggiori. Nemmeno Guardigli, ricoverato al Sant’Orsola di Bologna per un trauma cranico, è in pericolo di vita ed è stato trasportato all’ospedale dall’elisoccorso di Pavullo, che stanzia proprio all’aeroporto pavullese. La dinamica per i magistrati modenesi è dunque chiara: dopo il decollo i due hanno dato vita all’esercitazione: un atterraggio di emergenza, a motore spento. Dovevano manovrare ed atterrare come un aliante ma l’aereo è andato in stallo d’ala per una virata di rientro troppo stretta, a destra, verso nord e la pista, toccando terra all’altezza di un fosso e spaccandosi in tre tronconi. L’ultraleggero non ha scatola nera e l’inchiesta dell’Aeronautica si dovrà basare su ricostruzioni oggettive: quel che resta del piccolo velivolo ora si trova in un hangar dell’aeroporto di Pavullo.