Per il giudice il fatto non sussiste

Si è conclusa con un’assoluzione piena la storia di Casa Fenocchi, forse il caso urbanistico più mediatico tra quelli che hanno segnato Serramazzoni negli ultimi anni, raccontato anche da Report in una puntata del dicembre 2011 che fece scalpore. Al termine di un pomeriggio molto intenso con chiusura di fase istruttoria e discussione finale, il giudice Luigi Tirone ieri ha letto la sentenza che ha assolto con formula piena l’ex capo dell’Ufficio tecnico Enrico Tagliazucchi, la sua collaboratrice Enrichetta Giacobazzi e il leader Cooprocon Adriano Vandelli, qui nelle vesti di progettista, affermando che “il fatto non sussiste”. Contestualmente, è stato disposto il sequestro del cantiere posto sotto sigilli nel giugno 2010, con motivazioni generali attese nel classico arco dei 90 giorni. Il pm Graziano aveva chiesto un anno di arresto e 10mila euro di ammenda per i tre imputati, mentre l’avvocato di parte civile Di Credico aveva avanzato l’istanza di 50mila euro di provvisionale più danni da quantificare in separata sede, chiedendo una condanna esemplare. La difesa invece ha fatto perno soprattutto sull’avvocato Luca Pastorelli, difensore di Vandelli, che in un articolato intervento ha sostenuto l’insussistenza di vincoli conservativi nell’area che ha visto sorgere una palazzina di tre piani al posto di un antico rustico, considerato anche l’inserimento in una zona di sviluppo residenziale secondo le indicazioni del piano provinciale. Il Comune ora attenderà il deposito delle motivazioni per decidere il da farsi: se andare in appello o proseguire solo per via amministrativa.