Altra giornata calda sul fronte Cpl Concordia

Interrogatorio blindato in carcere, questa mattina, per l’ex presidente della Cpl Concordia, Roberto Casari, trasferito ieri al Sant’Anna dopo oltre 40 giorni in cella a Poggio Reale. Il manager, finora, ha sempre respinto ogni addebito, nell’ambito dell’inchiesta sul presunto giro di tangenti messo in piedi dalla cooperativa per la metanizzazione di Ischia. Sempre oggi, i pm modenesi – che hanno appena preso in mano l’indagine – potrebbero ascoltare anche Nicola Verrini, ex responsabile commerciale della cooperativa, al quale saranno chiesti chiarimenti anche su altri filoni d’inchiesta che riguardano la Cpl, in primis quello sugli appalti del Policlinico. Non è in calendario, invece, alcun colloquio tra i pm modenesi e l’ex direttore finanziario Maurizio Rinaldi, per il quale gli inquirenti ritengono al momento sufficienti i verbali spediti da Napoli. Ieri, ad essere interrogato, è stato invece Francesco Simone, ex capo per i rapporti istituzionali, che è rimasto davanti agli inquirenti per 4 ore, uscendo “molto soddisfatto”. Stando a quanto emerge, Simone avrebbe fornito una versione diversa rispetto a quella data in precedenza da Rinaldi: in particolare, sul punto che riguarda i presunti fondi neri creati in Tunisia dalla Cpl per pagare le tangenti. A Simone, Rinaldi e Verrini, dalla scorsa settimana sono stati concessi gli arresti domiciliari. E per Simone si vocifera anche di una possibile imminente riammissione in libertà. Anche Casari chiede la scarcerazione, ma per lui il verdetto deve ancora arrivare. Intanto, ieri la Cpl ha annunciato che ricorrerà al Tar contro i committenti pubblici che hanno deciso di rompere i contratti in essere con la cooperativa dopo che quest’ultima è stata esclusa dalla white list. A cominciare da Regione Emilia-Romagna e Hera. Secondo l’azienda della Bassa modenese, infatti, non essendo ancora concluso il procedimento prefettizio di estromissione dall’elenco delle imprese immacolate, la risoluzione degli appalti è illegittima. Nuovi sviluppi, comunque, sono attesi per la giornata di giovedì, quando è in programma l’attesissimo vertice tra il prefetto Michele Di Bari e il presidente dell’Autorità nazionale Anti-corruzione Raffaele Cantone. Sul tavolo l’ipotesi di commissariare i contratti che fanno capo alla Cpl: una via che consentirebbe la riammissione alla white list. E ridarebbe speranza ai 1.800 dipendenti, molti dei quali di Concordia, che temono per il loro futuro. Per 120 di loro è già stata attivata la cassa integrazione. Ma se la situazione non si sbloccherà a breve, l’ammortizzatore potrebbe essere esteso a qualche altro centinaio di colleghi.