Ask, Instagram e Whatsapp i territori privilegiati per diffondere le prepotenze in rete

Tra i 14 e i 17 anni, un ragazzo su tre afferma di essere stato vittima di episodi di bullismo. Un fenomeno sempre più trasversale ai due sessi, con una presenza femminile tra gli aggressori in forte crescita. E’ quanto emerge da un’indagine svolta a livello nazionale dalla Polizia Postale. Che, per quanto riguarda il territorio dell’Emilia-Romagna, ravvisa anche una sempre maggior diffusione del cosiddetto cyber-bullismo: molestie, offese, minacce, cioè, che corrono sul canale virtuale – ma non per questo meno dannoso – di Internet e dei sociale network. Ask, Instagram e Whatsapp i territori privilegiati per diffondere le prepotenze in rete, ma anche per autocelebrarsi con gli amici documentando rapporti sessuali con coetanei e perdendone conseguentemente il controllo. Secondo il Compartimento regionale della Polizia Postale, i bulli e le bulle utilizzano strategie per anonimizzarsi, quali la creazione di falsi profili con nomi e foto di altri compagni o l’utilizzo di piattaforme di socializzazione che consentano l’invio di messaggi anonimi. Spesso negli autori non c’è consapevolezza: gli atti vengono considerati delle semplici bravate, mentre in realtà configurano vere e proprie fattispecie di reato, dal trattamento illecito di dati personali alla sostituzione di persona, fino all’ingiuria o diffamazione, agli atti persecutori o addirittura all’estorsione. Tra le vittime, invece, la vergogna per l’atto subito frena le denunce: solo un ragazzo su tre parla dell’episodio accadutogli. E inoltre, anche per il bullismo non virtuale, regna l’omertà. Fondamentale diventa allora il tempestivo intervento degli staff dei social network e delle Istituzioni.