Il dibattito è proseguito per tutta la giornata, con la convocazione di una trentina di testimoni

E’ stata l’udienza più lunga, nell’ambito dell’inchiesta più importante che riguarda il Comune di Serramazzoni: quella sugli appalti e l’allarme ‘ndrangheta, che vede una decina di imputati tra cui l’ex sindaco Luigi Ralenti e l’ex soggiornante obbligato Rocco Antonio Baglio. Il dibattito è andato avanti da mattina a sera, inizialmente ancora per una questione di intercettazioni, con la difesa che ha chiesto di effettuare nuove trascrizioni, istanza che il collegio alla fine ha ammesso solo in parte. Poi si è passati all’ascolto dei primi testimoni del pm: 33 i presenti in aula, tra cui ispettori della Finanza, carabinieri, agenti della polizia municipale, funzionari del Comune e anche gli ex sindaci di Formigine e Maranello. Per ragioni di tempo, si è deciso di ascoltarne solo una decina nel pomeriggio, per gli altri se ne riparlerà il 21 luglio. Ma c’è stato modo lo stesso per rilanciare l’allarme sui metodi intimidatori in odore di ‘ndrangheta che hanno fatto da sfondo ai fatti che hanno condotto anche al famoso blitz della Finanza in municipio del maggio 2011 e agli arresti dell’operazione Teseo. In particolare, sono state ricostruite le circostanze che hanno fatto da sfondo all’incendio alla villa dell’ex calciatore Giordano Galli Gibertini, che era stato minacciato con biglietti molto espliciti: in uno si intimava a sua moglie di consegnare 500mila euro, altrimenti sarebbero sarebbero state tagliate le dita delle mani ai suoi figli, un dito per ogni tranche di 50mila euro mancante. La casa, in una località isolata nei pressi della frazione di Rocca Santa Maria, venne incendiata nella notte del 23 luglio 2010.