E’ quanto emerge da una indagine realizzata dall’ufficio statistiche del Comune

La crisi sta riportando l’economia modenese indietro di 60 anni. Dal dopoguerra ad oggi, in città, mai come nel 2014, l’andamento dei prezzi al consumo è stato così stazionario: l’anno passato l’inflazione rilevata è stata appena dello 0,4%, il valore più basso dagli anni 50’. Il che significa, in base alla più elementare delle leggi economica, che la gente spende sempre meno e che dunque i commercianti, per rendere più appetibili i loro prodotti ne hanno abbassato il prezzo o, quantomeno, non lo hanno alzato. E’ quanto emerge dalla ricerca ‘I prezzi a Modena nel 2014’, condotta dal Servizio statistica del Comune. In generale, i prezzi sono aumentati solo alle voci trasporti, servizi sanitari e tabacchi, mentre sono precipitati per quanto riguarda i mezzi di comunicazione e le bevande. La pubblicazione del Comune mette in evidenza anche alcune curiosità. Ad esempio, nel corso dell’anno passato, in città, è aumentato il prezzo del pantalone da donna mentre è sceso quello della felpa da uomo, oppure è cresciuta l’acqua potabile e calata la macchinetta del caffè a cialde. Di proporzioni drammatiche, per produttori e commercianti, il crollo dei prezzi per alcuni alimenti. Come la passata di pomodoro, che rispetto al 2013 ha visto calare addirittura del 10% il proprio prezzo, o dei biscotti, precipitati del 7,7%. E’ salito del 7,4%, invece, il costo del pesce fresco di mare. Le rilevazioni sono state effettuate presso 463 punti vendita, coinvolgendo operatori commerciali, artigiani e liberi professionisti su tutto il territorio comunale. Nel rispetto del cosiddetto decreto Salva-Carta, il volume ‘I prezzi a Modena’ è realizzato solo in formato digitale ed è scaricabile solo sul sito web del Comune.